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Showing posts from September, 2018

I match habits, not people

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Marina mi ha inviato questo messaggio a fine Agosto. Fa parte di una serie di indagini segrete che il KGB fece su di me prima che entrassi nell'appartamento con lo scopo di appurare le mie abitudini e le mie preferenze culinarie (sì, anche quelle, devo fare un post a parte). Fu inviato in risposta ad un mio primo tentativo di ribellione al coprifuoco settimanale delle 23.00: "Ma Mari e Petros, non escono mai?". Il suo annuncio sul web millantava il fatto che lei, Petros e Mari fossero tre professionisti molto seri, da casa, lavoro e chiesa.  Marina non lavora, vive da buon parassita alle spalle del generoso welfare state svedese e si alza tutti i giorni alle 12.00.  Petros sta studiando la lingua svedese.  Mari studia all'università. Voi adesso vi chiederete: Luca te la sei cercata. Le avvisaglie c'erano tutte. Sì, avete ragione. Me la sono cercata. Sindrome di Stoccolma. Però bisogna sempre avere fede nell'umanità. In risposta eccovi

Cercasi Luca

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Martedì. Sono le 22.59 di Domenica sera. Non faccio in tempo ad entrare nell'ascensore che ricevo il seguente messaggio. Un mio carissimo amico festeggia il suo compleanno. Di Domenica. Cazzo. Coprifuoco alle 23.00. Calcolo, come sempre, male. Sono le 22.15 e sono ancora in centro a Stoccolma a festeggiare, devo ancora camminare verso la stazione della metro più vicina, prendere la metro, farmi 15km verso sud, scendere dalla metro e scavezzarmi di corsa sulla collina dove abito. Impossibile in 45 min. Saluto in fretta e furia l'allegra combriccola che continua, sbeffegiandomi, a festeggiare. Mentre corro e cristono, penso: "Ok Luca, hai comunque un margine di 20 min. Giovedì scorso, in pieno coprifuoco, è tornata comunque alle 23.20 dal suo concerto!". Sono riuscito a farcela per le 22.59, piede nell'ascensore, sudato marcio dalla corsa in salita. Ho pensato: ce l'ho fatta. Ovviamente mi sbagliavo. Riesce sempre a farti sentire una me

Non premere quel bottone

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Sabato notte. Marina ha un talento innato: rompere i coglioni. È quello che le riesce meglio. Infastidire architettando nuove regole, sempre più ostinate e precise. Nuova regola. Tenetevi forte. Rientrando a casa ieri notte (Venerdì e Sabato non c'è, almeno per adesso, coprifuoco alle 23), mi trovo questo in bagno. Tradotto (scusate ma papà mi legge e non parla inglese, ciao papà ti voglio bene!): "Tra mezzanotte e le 7.00 di mattina, tirare lo sciacquone notturno lentamente". Due particolari hanno colto la mia attenzione.  1. La creatività nel creare il neologismo "night flushing", tradotto in italiano come "sciacquone notturno" 2. E per i più attenti Sì sì, lo avete visto bene, uno scotch a bloccare lo sciacquone principale! Favoloso. Questo post-it segue la lezione accademica sullo sciacquone notturno avuta due giorni fa. Mentre facevo colazione (lei ovviamente sceglie sempre tempistiche perfette), mi spiega con do

Ma dove scappano?

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Giovedì. Marina è appena tornata a casa da non so dove. Sono le 23.20. Fuori tempo limite. L'avessi fatto io, in settimana, si sarebbe scatenato il putiferio. Ma lei viene da un Paese dove agenti segreti vengono avvelenati da turisti innocenti. Ah no erano imprenditori di integratori alimentari per palestra. Ah no non erano nemmeno lì quel giorno. La realtà assume connotazioni ogni volta differenti. Come con Marina: le sue reazioni sono caleidoscopiche. Un giorno può decidere che parlare alle 22 costituisce una grave offesa al coprifuoco precedentemente imposto alle 23 ma con la stessa determinatezza può mettere in ordine la cucina all'una di notte. Comunque. Oggi sono tornato a casa con il sorriso. Vi spiego. La prima cosa che vuoi fare, da immigrato, solo, in un Paese che non conosci, è socializzare. A tutti i costi. Perché hai fame di integrarti nella società, conoscere i locali, vivere la tua nuova città. Ma dopo i primi tentativi ti scontri con la realtà: sì

Ogni tanto un post serio

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Lunedì. Non è che posso sempre parlare di Marina. Credo poi di essere affetto dalla "Sindrome di Stoccolma". Non vi annoio con lo storia del termine che potete leggere su Wikipedia, ma come potete immaginare la prima manifestazione documentata della sindrome si verificò proprio, manco a farlo apposta, nella città in cui vivo. Fondalmentalmente si instaura una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice. Vi confesso che è da un paio di giorni che non me la sento molto di infierire su di lei (e credetemi di materiale ne ho collezionato a bizzeffe): è una personalità complessa, con le sue motivazioni inconsce, un po' sola e come tale va trattata, accettata e rispettata. Ok mi sto perdendo... Ah si dicevamo, post serio. Oggi un mio carissimo amico, con cui spesso divago intellettualmente sul tema immigrazione, mi manda un link di una notizia che, onestamente, è passata un po' in secondo piano qui (gli Svedesi sono ancora concentrati sulle elezioni par

A volte i miracoli accadono

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Sabato. Oggi è stata per molti versi una giornata campale. Ok, veniamo al punto. Foto. Si esatto: in primo piano sono io, sullo sfondo il favoloso barbecue pubblico, Mari, la mia adorabile coinquilina finlandese, e lei: sì sì, proprio lei, Marina! Andiamo con calma. A Stoccolma, la maggior parte degli appartamenti non hanno la lavatrice. Ma non perché gli svedesi siano poveri, sporchi o lavino a mano i vestiti. Per ottimizzare l'utilizzo di energia elettrica e dell'acqua, per non riempirsi la casa di muffa e umidità (provateci voi ad asciugare i panni in casa quando fuori ci sono -20°C) e io direi anche per stimolare i contatti sociali, le lavatrici e le asciugatrici sono confinate in un locale attrezzatissimo situato solitamente al piano terra, a cui hanno libero accesso tutti gli inquilini. Un sistema semplicissimo di prenotazione delle macchine (gli edifici più tecnologici hanno creato addirittura delle app), ti permette di fare la lavatrice e asciugare veloc

Il forno

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Mercoledì. Devo dire la verità. Ricordando una conversazione al telefono con una mia carissima amica spagnola, avevo incominciato a scrivere un post, da bravo studente di management, ricco di risvolti sociali e filosofici su come le persone sbagliate nel momento giusto possano distruggere in pochi istanti quella consapevolezza di valere qualcosa nel mondo. Ma mi sono emozionato davanti a tanta bellezza che la lezione di management ve la faccio un'altra volta. "Waves" - Matita su carta da forno - Stockholm 2018 Questo capolavoro di arte moderna è di Marina. Il testo, scritto a matita, scurito dai 200 gradi del forno, recita in inglese: "It's necessary to put this kind of paper when using the oven. On the bottom of the oven". Perentorio. Piccolo passo indietro. Ricordate la discussione sul detergente concentrato annacquato per piatti? La stessa sera trovo sul fondo del forno questa perla. Tra le regole di Marina c'è quella che non si può friggere

Uccellini

Martedì (in realtà è Mercoledì notte). La cosa che mi manca di più in assoluto è la musica. A Marbella, dove vivevo disgraziatamente fino a 4 mesi fa, la mattina, appena alzato, prima ancora di rendermi conto di aver aperto gli occhi, avevo già: acceso il mio Mac aperto la pagina "radiorock.fi". Sì esatto .fi, dominio finlandese, lì dove sanno ancora cosa voglia dire rock  sparato nel mio altoparlante del buon, sano, fottutissimo rock'n'roll.  Mi infilavo poi sotto la doccia e a squarciagola cantavo Metallica, Iron Maiden, Pearl Jam, Soundgarden. E continuavo in macchina. Mi dava quella giusta carica di energia prima di affrontare le gigantesche ed insormontabili problematiche dei clienti di un negozio di lusso di provincia. Provincia di lusso Marbella, per carità, ma sempre provincia. Marina, la Marina del sapone per i piatti annacquato, non ammette musica. Fine della storia. Fine dei canti a squarciagola sotto la doccia. Rimane almeno il tragitto all

Un Lunedì di ordinaria follia

Lunedì. Sono sdraiato sul "mio", virgolette d'obbligo, letto, ascolto musica suonata al piano su Spotify mentre Marina passa il suo tempo davanti al computer, ingobbita. Intere nottate senza staccare lo sguardo dallo schermo. Ma che ci fai lì davanti Marina? La playlist si chiama "Piano de fondo". È in Spagnolo perché nonostante sia a Stoccolma, il mio iPhone crede che stia qui in vacanza. Ma non lo sono. Ci vivo qui. Da quasi un mese. Sono fuggito dalla Spagna, dal suo caldo, dalle sue tapas, dalle sue spiagge, dagli spagnoli, da quel far festa a tutti i costi, dai suoi locali con la musica troppo alta, dal flamenco, dall'indipendentismo catalano, dalla paella, dalla solitudine. Marina dicevamo. Marina ha 59 anni, o 60 non ricordo, è russa, divorziata da un tedesco, fa coppia con Torbjörn, un avvocato svedese che ha avuto da poco un infarto. Marina e Torbjörn. Non dormono mai insieme. È la proprietaria-inquilina dell'appartamento che condivido c

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