Cercasi Luca

Martedì.

Sono le 22.59 di Domenica sera. Non faccio in tempo ad entrare nell'ascensore che ricevo il seguente messaggio.










Un mio carissimo amico festeggia il suo compleanno. Di Domenica. Cazzo. Coprifuoco alle 23.00.

Calcolo, come sempre, male.
Sono le 22.15 e sono ancora in centro a Stoccolma a festeggiare, devo ancora camminare verso la stazione della metro più vicina, prendere la metro, farmi 15km verso sud, scendere dalla metro e scavezzarmi di corsa sulla collina dove abito. Impossibile in 45 min.
Saluto in fretta e furia l'allegra combriccola che continua, sbeffegiandomi, a festeggiare.
Mentre corro e cristono, penso: "Ok Luca, hai comunque un margine di 20 min. Giovedì scorso, in pieno coprifuoco, è tornata comunque alle 23.20 dal suo concerto!".
Sono riuscito a farcela per le 22.59, piede nell'ascensore, sudato marcio dalla corsa in salita.
Ho pensato: ce l'ho fatta.
Ovviamente mi sbagliavo.

Riesce sempre a farti sentire una merdaccia: notate come include nel messaggio la mia ignara coinquilina che tanto dorme con i tappi per evitare di svegliarsi quando la russa russa (ehehehehe). E quel "we are in bed" - "stiamo a letto", a denotare la mia bassezza morale, per niente consona al regime sovietico, nell'uscire di Domenica. Che affronto!

Inutile dirvi che Marina non era neanche a letto: nello stesso tempo che lei, evidentemente, si godeva la ramanzina che mi avrebbe fatto l'indomani, alle 23.00 spaccate entro in casa. Colta di sorpresa, la sento che corre verso la sua stanza. Ma si dimentica, nella fretta, di spegnere computer e luce nel suo studio. Ho fatto finta di non accorgermene.
Ve l'ho detto, ho la sindrome di Stoccolma.

Ancora non ho scoperto quale avvenimento l'abbia spinta a svegliarsi alle 8 di mattina.
Ne cosa l'abbia portata a pensare che non fossi in Svezia.





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