A volte i miracoli accadono

Sabato.

Oggi è stata per molti versi una giornata campale.
Ok, veniamo al punto. Foto.


Si esatto: in primo piano sono io, sullo sfondo il favoloso barbecue pubblico, Mari, la mia adorabile coinquilina finlandese, e lei: sì sì, proprio lei, Marina!
Andiamo con calma.

A Stoccolma, la maggior parte degli appartamenti non hanno la lavatrice. Ma non perché gli svedesi siano poveri, sporchi o lavino a mano i vestiti. Per ottimizzare l'utilizzo di energia elettrica e dell'acqua, per non riempirsi la casa di muffa e umidità (provateci voi ad asciugare i panni in casa quando fuori ci sono -20°C) e io direi anche per stimolare i contatti sociali, le lavatrici e le asciugatrici sono confinate in un locale attrezzatissimo situato solitamente al piano terra, a cui hanno libero accesso tutti gli inquilini. Un sistema semplicissimo di prenotazione delle macchine (gli edifici più tecnologici hanno creato addirittura delle app), ti permette di fare la lavatrice e asciugare velocemente i tuoi panni quando vuoi e come vuoi. Puoi anche non prenotare ma devi adattarti a chi ha già occupato il locale.
E quì ovviamente non poteva mancare la complicazione di Marina. Per qualche oscuro motivo, ancora non sono riuscito a scoprirlo, solo lei può prenotare le lavatrici. Abituata al razionalismo sovietico, lei fa la lavatrice ogni circa 10 giorni. Decide ovviamente giorno e ora. Altrimenti vai all'azzardo. Io, per definizione, vado sempre all'azzardo ma la mia coinquilina finlandese è, culturalmente, restia alla roulette russa. Quindi si adatta ai diktat sovietici (poveri finlandesi, ne hanno avuto già abbastanza). 

Ora perché questo noiosissimo incipit? Perché è esattamente in una di queste sessioni comuni di lavatrice Mari-Marina, Finlandia-Russia, che succede l'imprevedibile: Torbjörn, il fidanzato di Marina, questo fine settimana non è a Stoccolma. Normalmente è l'unico momento in cui Marina esce di casa. Decide quindi di organizzare un barbecue. Con me e Mari. Mari mi scrive: non abbiamo scuse plausibili, dobbiamo accettare. Accettiamo. Lei compra la carne. Io organizzo tutto il resto. 

Se sbaglio sono fottuto, KGB sotto casa.
Non ho sbagliato, evidentemente. Si capisce dalla foto.
Sorridiamo tutti e tre.
Beviamo vino rosso spagnolo e ci sbafiamo tutto.
Epico. Con selfie incluso.

Marina oggi mi ha dato una lezione importante. Una lezione che avvalla un'ipotesi coniata ieri in un pub con un mio compagno di corso croato, un po' avanti con gli anni come me (lo dico rispetto ai ragazzi che frequentano il master eh!). Stiamo "tinderizzando" i nostri rapporti sociali: solo qualche secondo e già decido se scartarti o no. Pura esternalità (alzi la mano chi è interessato alle descrizioni dei profili su Tinder) senza una seconda opportunità dalla prima, sempre sbagliata, impressione. Ci stiamo dimenticando la meraviglia che ci caratterizza come essere umani: la nostra complessità. Marina è una personalità complessa, difficile da gestire: devi costantemente immedesimarti nei suoi panni, contestualizzare le sue manie, carpirne i significati. Solo entrando nel suo mondo, hai accesso a quello che oggi, noi tre, abbiamo vissuto. Pura magia.






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