Un Lunedì di ordinaria follia

Lunedì.

Sono sdraiato sul "mio", virgolette d'obbligo, letto, ascolto musica suonata al piano su Spotify mentre Marina passa il suo tempo davanti al computer, ingobbita. Intere nottate senza staccare lo sguardo dallo schermo. Ma che ci fai lì davanti Marina?

La playlist si chiama "Piano de fondo". È in Spagnolo perché nonostante sia a Stoccolma, il mio iPhone crede che stia qui in vacanza. Ma non lo sono. Ci vivo qui. Da quasi un mese. Sono fuggito dalla Spagna, dal suo caldo, dalle sue tapas, dalle sue spiagge, dagli spagnoli, da quel far festa a tutti i costi, dai suoi locali con la musica troppo alta, dal flamenco, dall'indipendentismo catalano, dalla paella, dalla solitudine.

Marina dicevamo. Marina ha 59 anni, o 60 non ricordo, è russa, divorziata da un tedesco, fa coppia con Torbjörn, un avvocato svedese che ha avuto da poco un infarto. Marina e Torbjörn. Non dormono mai insieme.
È la proprietaria-inquilina dell'appartamento che condivido con Mari, finlandese, e Petros, cipriota. Cioè di Cipro, credo.

Marina questa sera ha dichiarato contundemente: "questa è casa mia e queste sono le mie regole". Discutevamo sulla validità della sua affermazione riguardo al sapone per piatti concentrato. Per risparmiare, Marina annacqua il sapone per piatti concentrato.  Secondo la sua tesi, sebbene annacquato, il sapone rimane concentrato nella sua composizione chimica (sic). "Quindi non è necessario utilizzare così tanto sapone Luca. Vedi si fa cosi: poca quantità sulla spugna!".

A 34 anni ho avuto la mia prima lezione su come utilizzare il sapone concentrato annacquato per piatti.
Andiamo bene.

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