Segnali divini

Sabato.


Sono in Finlandia. Avevo bisogno di una pausa dai primi due mesi folli in Svezia.
Perché in Finlandia? Sono venuto qui 12 anni fa in Erasmus e da allora è come se fosse la mia seconda patria. Il mio amore per il Nord Europa parte proprio da qui. E forse parte delle mie difficoltà a comprendere la cultura svedese sono date proprio dal fatto che il primo amore, la Finlandia, non si scorda mai. Il confronto è inevitabile. Noi al Sud pensiamo che quassù sia tutto uguale: tanto freddo, riservatezza, bionde a go-go, suicidi, cibo discutibile e tanto stato sociale. Ma chi conosce a fondo la realtà scandinava sa che le differenze tra finlandesi, svedesi e norvegesi sono siderali. Solo che te ne rendi conto nel momento in cui le vivi. E mi spiego meglio con un esempio.

Due giorni fa stavo ritornando al mio aparthotel, in metro. Dopo qualche stazione, la metro si ferma per un problema tecnico. Tutto buio. Nel trambusto generale, dobbiamo uscire tutti. Ero soprappensiero, lo ammetto. Stavo digerendo ancora i miei due mesi vissuti sotto il regime di Marina.  I vagoni difettosi viaggiano verso il deposito e tutti saliamo sulla metro successiva. Al che mi domando: "Ho la sensazione di aver lasciato qualcosa". Ecco appunto pirla. Hai lasciato lo zaino! Ebbene si, ho dimenticato completamente lo zaino nella metro difettosa. Con tuuuuuuutto dentro: passaporto, computer, libri, contratti, codici bancari, merda tutto. Chiamo il servizio di emergenza. Spiego la situazione. Tutto molto veloce ed efficiente. Mi dicono che provano a contattare il conduttore della metro e mi richiameranno a breve. Non mi hanno mai richiamato. Richiamo io. Mi dicono che il conduttore ha probabilmente finito il suo turno e non può verificare i vagoni. Dovrò aspettare una settimana prima di sapere se il mio zaino è stato ritrovato oppure no.
In Finlandia avrebbero chiamato l'esercito pur di ritrovare lo zaino. Hanno un'etica del lavoro assoluta e tutti aiutano tutti. In una nazione che ha lottato da sola, isolata, contro l'URSS durante la seconda guerra mondiale, non c'è spazio per considerazioni sui limiti della mia o della tua responsabilità.  La Svezia, invece, non è stata mai toccata da niente e da nessuno: gli svedesi hanno l'abilità, innata, di fregarsene di tutto. Utilitarismo assoluto. Il bigliettaio in stazione non ti da informazioni perché non è pagato per farlo: c'è la persona stipendiata apposta per dare informazioni, non importa se devi rifarti un'altra fila. Il conduttore della metro è solo un conduttore: timbra il cartellino, conduce, ritimbra e va a casa. Il resto non è di sua competenza. Lo zaino? Ci penseranno quelli delle pulizie. Anzi, ci sarà qualcuno addetto solo alla ricerca di oggetti smarriti.
Così funziona la Svezia.
Fordismo allo stato puro.

Comments

Post a Comment

Popular posts from this blog

A sangue freddo

Punti di vista climatici