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Punti di vista climatici

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Lunedì. Verissimo. Troppo tempo che non scrivo. Non ci sono scuse. Piccolo aggiornamento sull'ultimo post. Le pressioni studentesche sono servite a qualcosa: il no è diventato un sì! L'università di Stoccolma si è accorta della non sensatezza della regola del tirocinio gratuito e l'ha eliminata. Ora le aziende ti possono pagare. Vittoria a metà. I corsi di lingua svedese, invece, non verranno riconosciuti come crediti formativi. Sarebbe stato un segnale troppo forte di debolezza delle autorità, impensabile in Svezia. Recentemente ho letto questo articolo sull'Espresso che fa rabbrividire: http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/12/17/news/sfruttate-vessate-malpagate-un-natale-da-inferno-per-le-lavoratrici-dei-centri-commerciali-1.329695?fbclid=IwAR0mQ1cw63-cHe4tEOBJ7754-MfrC3Pvic-GQzPisOj9aAbdfLvpWf0aOs8 Mentre in Italia la maggior parte degli stipendi degli stagisti è al di sotto del livello di povertà calcolato dall'Istat, in Svezia il tirocinio è

La Svezia colpisce ancora

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Mercoledì. A volte la Svezia mi fa ribollire il sangue. Mi è difficile accettare come in un Paese in cui praticamente tutto è pianificato alla perfezione, si aprano delle voragini burocratiche a cui nessuno sa come rimediare. Non si sa e di conseguenza non si fa nulla. Gli Svedesi sono riconosciuti a livello internazionale per la democratizzazione del design tradotto in Ikea, per la democratizzazione della moda tradotta in H&M e per quella della musica tradotta in Spotify. Ma tra noi immigrati, gli Svedesi seguono una semplice e fastidiosa equazione: no so quindi non agisco. Nessuno agisce. Un paese in perenne stand-by che aspetta la mano divina e risolutoria dello Stato. Va beh andiamo al punto. Ieri ho assistito ad un meeting organizzato dall'università di Stoccolma sulle possibilità formative che hanno gli studenti dei Master nel terzo semestre, a partire cioè da Settembre 2019. Per farla breve. Puoi scegliere di fare: 1. Erasmus 2. Corsi che scegli tu all'in

Frigoriferi a confronto - Vol.2

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Giovedì. Stasera vi presento gli altri due frigoriferi. Seconda puntata di "trova le differenze".   Alla vostra destra, terzo frigorifero in gara. In ordine di ripiano a partire dal superiore: altra coinquilina cinese, coinquilina brasiliana, altra coinquilina svedese. A differenza dell'altra cinese, lei, come potete notare, non mangia per niente. Ketchup, salsa per insalata (evidentemente per la compatriota che ne ha da vendere), burro. Come la prima cinese, anche la seconda non respira. Andrà a mangiare ogni sera dalla prima. Anche se oggi erano una di fronte all'altra e non si sono neanche salutate. La dieta della brasiliana è sbilanciatissima sui carboidrati: tortillas, pane e 24 uova. Che ci farà con tutte sta uova. La stazza conferma la predilezione per la farina bianca. Segue la prima idiosincrasia culturale: la seconda svedese non si capisce cosa mangi. Non si capisce perché a differenza della prima è disordinatissima. Vedo dei rimasugli di riso

Frigoriferi a confronto

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Mercoledì. Premetto. Perché le premesse sono importanti. Così come le generalizzazioni. E sul cibo è fondamentale premettere e generalizzare. Anzi vi dirò di più: è un dovere di noi italiani all'estero. Premesse dicevamo: chi mi conosce sa che sono tra le persone più aperte alle combinazioni di cibo più strane. Le generalizzazioni le lascio scoprire a voi. Stasera prima puntata di "trova le differenze".   Alla vostra destra, il primo frigorifero in gara. In ordine di ripiano a partire dal superiore: coinquilino pakistano, coinquilino greco, coinquilina cinese. Il pakistano ovviamente non sa mangiare. E molto probabilmente non ha mai cucinato in vita sua, nonostante viva qui da 8 anni. Almeno è quello che millanta. C'è un'insalata morente, un barattolone di maionese, salsa rosa, mezzo chilo di creme fraiche aperta credo da un mese, cetrioli sottaceto, formaggio a caso. Cucina dei pentoloni enormi di riso, ovviamente a inizio settimana perché cuocere de

A sangue freddo

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Martedì. Spero che il mio fratellino non si incazzi. Lui è molto geloso della sua privacy ed è decisamente poco "social". Dopo anni di insistenza, da parte mia, è solo da poco che si è fatto un profilo Instagram. Della serie di quelli con i nomi astrusi per non farsi identificare, con tanti numeri e maiuscole. Ma devo postare questa foto per potermi collegare ad uno dei miei temi svedesi preferiti: la fuga. Ma andiamo per ordine. Foto. La statua che vedete nel mezzo tra me e mio fratello riproduce fedelmente Margaret Krook, una famosa attrice del teatro drammatico di Stoccolma, quello dove è cresciuto Ingmar Bergman. Prima di lasciare il pianeta Terra, fu molto chiara: "per favore non fatemi una statua, sono fredde". Allora cosa fanno gli Stoccolmesi (si dirà così poi...) per renderle omaggio? Una statua calda. Sì sì: letteralmente calda, 37 gradi per la precisione, come la temperatura umana. Se d'inverno capitate a Stoccolma e vedete qualcuno abbrac

Dio benedica la Svezia

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Martedì No, non sono morto. I giorni scorrono troppo veloci, soprattutto a Stoccolma quando in questo periodo dell'anno ci sono si e no 7/8 ore di luce. Non preoccupatevi che si riducono a 5/6 a Dicembre. Dopo essere riuscito, incolume, ad arrivare nella mia nuova stanza nel campus universitario, la Svezia colpisce ancora: stanza fantasma. Cioè totalmente vuota, neanche la struttura del letto. Volo all'Ikea. Strano posto l'Ikea. Non sai mai come sei riuscito a spendere tutti quei soldi, eppure non hai comprato assolutamente niente, qualche piatto, due o tre quadri, un paio di asciugamani, vuoi non mangiare le polpette poi. Fa strano entrare in un Ikea in Svezia. Una connubio perfetto: nomi astrusi insieme alle indicazioni e alla pubblicità in svedese. Un orgasmo di Svezia concentrato. In Svezia. Ah cacchio, dimenticavo. Foto. La foto fa cagare lo so. Ma era l'emozione. L'incredulità nel ritrovare lo zaino al lost and found di SL, la compagnia di trasport

Segnali divini

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Sabato. Sono in Finlandia. Avevo bisogno di una pausa dai primi due mesi folli in Svezia. Perché in Finlandia? Sono venuto qui 12 anni fa in Erasmus e da allora è come se fosse la mia seconda patria. Il mio amore per il Nord Europa parte proprio da qui. E forse parte delle mie difficoltà a comprendere la cultura svedese sono date proprio dal fatto che il primo amore, la Finlandia, non si scorda mai. Il confronto è inevitabile. Noi al Sud pensiamo che quassù sia tutto uguale: tanto freddo, riservatezza, bionde a go-go, suicidi, cibo discutibile e tanto stato sociale. Ma chi conosce a fondo la realtà scandinava sa che le differenze tra finlandesi, svedesi e norvegesi sono siderali. Solo che te ne rendi conto nel momento in cui le vivi. E mi spiego meglio con un esempio. Due giorni fa stavo ritornando al mio aparthotel, in metro. Dopo qualche stazione, la metro si ferma per un problema tecnico. Tutto buio. Nel trambusto generale, dobbiamo uscire tutti. Ero soprappensiero, lo ammet

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